ABBAZIA DI POMPOSA - CODIGORO

5.0
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L'insula Pomposiana era in origine circondata dalle acque (del Po di Goro, del Po di Volano e del mare). Il primo documento storico che attesti l'esistenza dell'abbazia è comunque del IX secolo. Nel 981 passò alle dipendenze del monastero pavese di San Salvatore, e che diciotto anni più tardi subiva la giurisdizione dell'arcidiocesi ravennate, affrancandosene in seguito e godendo, grazie a donazioni private, un periodo di grande fioritura. L'abbazia che noi oggi ammiriamo venne consacrata nel 1026 (quindi edificata prima) dall'abate Guido. Fino al XIV secolo l'abbazia godette di proprietà, sia nei terreni circostanti (compresa una salina a Comacchio), sia nel resto d'Italia, grazie alle donazioni; poi ebbe un lento declino, dovuto a fattori geografici e ambientali, quali la malaria e l'impaludamento della zona, causato anche dalla deviazione dell'alveo del Po (rotta di Ficarolo, 1152). Ebbe una grande importanza per la conservazione e la diffusione della cultura durante il Medioevo, grazie ai monaci amanuensi che vi risiedevano. In quest'abbazia il monaco Guido d'Arezzo ideò la moderna notazione musicale e fissò il nome delle note musicali. Nel 1653 papa Innocenzo X soppresse il monastero, che nel 1802 venne acquistato dalla famiglia ravennate Guiccioli. Alla fine del XIX secolo la proprietà passò allo Stato italiano, è attualmente in gestione al Polo museale dell'Emilia-Romagna. Il 18 maggio 1965 con la bolla Pomposiana Abbatia, papa Paolo VI concesse ai vescovi di Comacchio il titolo di abate di Pomposa; nel 1986 il privilegio passò agli arcivescovi di Ferrara-Comacchio.

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